lunedì 9 marzo 2009

Montale

...Eugenio Montale, Nobel per la Letteratura 1975

“scusa, mi puoi mandare il tuo indirizzo?”

Ci risiamo. L’sms è di Laura. È già la terza volta che perde l’indirizzo di casa mia… ecco che vuol dire nascere sotto il segno del Cancro, ascendente Pesci.
Fantasiosa, sognatrice, distratta… non è cambiata affatto da quando aveva dodici anni.
Quando fui trasferita alla scuola in cui insegno adesso, iniziò a scrivermi, e questo di per sé è un evento raro. Nella mia carriera mi è capitato soltanto due volte.
Ancora più straordinario è il fatto che la nostra corrispondenza duri ormai da cinque anni, pur se intervallata da lunghe pause. Per molti versi, Laura è una persona davvero speciale…

Solo che, da quando ho cambiato casa, un anno e mezzo fa, continua a perdere il mio indirizzo… e non parliamo di quello di posta elettronica, mai usato. Anche se ha diciassette anni, Laura è persino più “antica” di me e, a parte l’immancabile cellulare, credo non abbia una gran dimestichezza con la tecnologia.

No, questa volta non glielo scrivo, il mio indirizzo… devo escogitare qualcosa perché se lo ricordi.

“la via è il nome di un poeta italiano del Novecento, che ha vinto il Nobel per la Letteratura nel 1975”

Ecco, adesso sarà costretta a fare una piccola ricerca, magari su Internet, e il nome le resterà impresso per forza.

“Leopardi?”

E ti pareva… fare ricerche non è davvero il suo stile…

“ma studi a scuola o cosa? Ho detto del Novecento!”

“Pascoli?”

Oh, mamma…
In realtà, una ricerca la sta facendo… sta mettendo a soqquadro camera sua per ritrovare le buste delle mie vecchie lettere, e nel frattempo mi tempesta di sms.

“Dante?”

Stavolta perdo la pazienza. Non le rispondo neanche più.

Non è che io poi sappia tutto ‘sto granché su Eugenio Montale… quando sono venuta ad abitare qui, ho sentito il peso della mia ignoranza ed ho aperto la raccolta di sue poesie che avevo acquistato anni prima e mai letto per la solita “mancanza di tempo”.
Con mia delusione, quelle che ricordavo di aver letto a scuola, non c’erano neanche.

I bimbi sotto il cedro, funghi o muffe
vivi dopo l’acquata,
il puledrino in gabbia
con la scritta “mordace”
nafta a nubi, sospese
sui canali murati…
(da “”Argyll tour” – La bufera e altro)

Ma che roba è??? Una pagina dopo l’altra, quello che leggevo mi sembrava arabo.
Alla faccia dell’ermetismo! Da quando sono diventata così ottusa senza accorgermene? Oppure certi geni sono troppo geni per me… ma se gli hanno dato il Nobel, un motivo ci sarà…

Una poesia, due, tre, un’altra… dopo averne lette quasi una ventina senza capirci assolutamente nulla, stavo per gettare la spugna, quando all’improvviso ho letto questo:

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino…
(da Xenia II)

è stato come un clic. Un interruttore toccato da chissà quale dito invisibile. La solitudine immensa compressa in quei pochi versi è esplosa nella mia, l’ho sentita vicina, palpabile, vera.
E ho pianto.

Non potrò mai più dimenticarmene.

...

6 commenti:

  1. Cara professoressa le devo confidare che leggendo questo testo mi sono commossa e ho capito qualcosa di lei che a scuola non è molto evidente.Molte volte i prof. vengono considerati delle persone senza cuore che stanno dietro alla cattedra,interpretato come un abisso che li separa dagli studenti; io invece non sono d'accordo, a volte i prof. sono"duri" perchè altrimenti non attirano la nostra attenzione ma in fondo..... hanno avuto 12 anni anche loro e allora devi farlo tu il primo passo per instaurare con loro un buon rapporto di amicizia.Caterina

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  2. Grazie Caterina, sei riuscita a commuovermi anche tu...
    :-)
    Comunque ricordati che i prof sono prof, e gli amici sono amici... Io sono diventata amica di qualche mio ex insegnante e anche di ex studenti qualche volta, ma solo dopo che era finito il rapporto studente/insegnante. Non si possono mescolare le due cose, non sarebbe corretto...
    Comunque è vero, ho avuto 12 anni anch'io e me lo ricordo bene!
    :-)

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  3. è vero professoressa, le do ragione, anche perchè alla fine megari la scuola non viene più presa, nè dall'alunno nè dall'insegnante una cosa seria e non sarebbe giusto neanche nei confronti dei ragazzi più timidi che non hanno il coraggio di parlare.Come rapporto si può intendere anche l'andare d'accordo secondo lei?

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  4. Spero bene di andare d'accordo con i miei alunni!
    :-)
    Basta che non mi fate arrabbiare!:-)))
    Cos'è che avevate scritto sulla mia descrizione? Ah, si: "bisognerebbe non vederla mai arrabbiata, se no prendi paura"! (è stata la Erica se non mi ricordo male!)
    I miei fratelli si sono detti completamente d'accordo con questa descrizione...:-P

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  5. ciao sono la smemorata!!!!! comunque ho 15 anni e mezzo.... e poi la smemorata sono io....=P... Laura

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  6. oh-oh... Degna allieva di una degna prof!!!
    Comunque ce l'hai fatta, finalmente! Sono proprio contenta! Benvenuta Laura!!!!!!!!!!

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