martedì 30 giugno 2009

Autoritratti simbolici (7)

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RICCARDO


“Ho scelto questi simboli:
le orecchie da VOLPE perché sono furbo;
il muso da GATTO NERO perché sono sfortunato;
il CONIGLIO sulla maglia perché sono timido;
il VERDE della maglia perché sono giovane.”

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lunedì 29 giugno 2009

Buon Compleanno, Erica!

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"Fuochi d'artificio" di Luca Bagatella (5 anni) 2009

domenica 28 giugno 2009

Disse la chiave...

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(foto dal Web)

Disse la chiave alla serratura:
"Quel ch'io non chiudo, sai, poco dura."
Disse la serratura alla chiave:
"Sai, non mi sembra poi tanto grave..."

Mara Bagatella 2008

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Autoritratti simbolici (6)

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GIULIA


“Ho scelto il CANE perché sono molto fedele;
ho scelto la CIVETTA perché sono intelligente;
ho scelto il LEONE perché sono coraggiosa.”

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sabato 27 giugno 2009

Autoritratti simbolici (5)

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LUCA



“Ho scelto questi simboli:
PAVONE: bellezza;
CONIGLIO: playboy;
CUORE: affetto.”

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giovedì 25 giugno 2009

La chiavetta della felicità

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(Foto dal Web)

Il Viaggiatore arrivò per sbaglio. La luce era accesa nella sede del Partito, e lui pensò che ci fosse una riunione in corso. Una riunione c’era, in verità, ma era quella di un gruppo culturale apartitico, che si incontrava nella stessa sede, il lunedì sera. Il gruppo, essendo piuttosto squattrinato, non aveva soldi per una propria targhetta di metallo: di solito, durante le riunioni, un cartello plastificato veniva attaccato con lo scotch a coprire quella del Partito, e poi tolto a fine serata.
Il compito di appendere il cartello spettava a me, ma quella sera ero sfinita, dopo una giornata di esami, e me n’ero dimenticata.
Il Viaggiatore era un signore anziano, ma ancora pieno di energie. Capelli bianchi e un gran pancione rotondo che metteva a dura prova i bottoni della camicia. Ci rimase male nell’accorgersi di aver sbagliato gruppo, probabilmente aveva solo voglia di fare quattro chiacchiere con qualcuno. Fu Dario a salvare la situazione, invitandolo a restare e mettendosi a parlare con lui, mentre Andrea, Simone, Giordano ed io, cercavamo di continuare la nostra analisi sulla raccolta differenziata dei rifiuti.
Ero stanchissima e facevo fatica a concentrarmi, la voce forte del Viaggiatore mi infastidiva. Pensavo che avevo fatto un grosso sacrificio a recarmi comunque alla riunione quella sera, e anche Giordano aveva fatto tanta strada per venire a parlare con noi. Perciò non volevo perdere tempo. Volevo a tutti i costi fare il punto della situazione riguardo l’argomento all'ordine del giorno.
Invece, ad un tratto, l’attenzione di tutti si spostò di nuovo sul Viaggiatore. Stava parlando della situazione in Iran e di politica internazionale. Fu quando ci raccontò di aver conosciuto personalmente degli Iraniani che il discorso si fece interessante.

“Gli Iraniani che possono permettersi di studiare sono persone molto colte, con le quali si può parlare di tutto.” Venne fuori che lui aveva viaggiato parecchio nei paesi Arabi, per lavoro, che era stato in Egitto, Siria, Giordania, e in altri posti che ora non ricordo. Iniziò un lungo racconto descrivendo luoghi e modi di vivere, e puntando l’attenzione soprattutto sulla condizione della donna in quei Paesi. Avevo le palpebre che mi si abbassavano, ma era troppo interessante. Ho letto dei libri, sull’argomento, ma non è come sentir raccontare qualcuno che ha visto con i propri occhi.

“Ci sono molte differenze tra un Paese e l’altro, e in certi posti puoi vedere donne con il burka che camminano accanto ad altre vestite all’occidentale.”

Mi impressionai soprattutto al racconto dell’incontro del Viaggiatore con una bambina, che lui aveva aiutato a spingere un carretto più grande di lei, tra la riprovazione generale della gente per strada.
“Le abituano fin da piccole ad essere maltrattate, perché se si dovessero ribellare quando sono date in mogli, sarebbe una vergogna per tutta la famiglia.”

Il Viaggiatore aveva una gran parlantina, sembrava inarrestabile, come un fiume in piena. Ad un certo punto raccontò del velo e di come in certi posti solo al padre e al marito di una donna sia consentito vederla a testa scoperta. I ragazzi si voltarono tutti verso di me, che istintivamente mi stavo passando una mano tra i capelli. Per una frazione di secondo ebbi la percezione di non aver mai tenuto in sufficiente considerazione il potenziale erotico che potevano avere.

E poi, il Viaggiatore disse:
“In certi posti nascere donna è una disgrazia così grande che l’unica cosa che potresti fare è lavorare tanto, comprarti una pistola e poi spararti, perché non c’è modo di venirne fuori.”

Io non facevo commenti e non mi guardavo intorno. Nel mio gruppo le donne sono pochissime, e quella sera, come succede spesso, ero l’unica donna presente. Neanche i ragazzi parlavano molto.

Non so se il Viaggiatore colse qualcosa nel mio sguardo, perché a quel punto cercò di ammorbidire l’argomento con una battuta:
“Qua in Italia, invece, secondo gli uomini, le donne comandavano già quando erano considerate inferiori, figuriamoci adesso che hanno la parità!”
Simone, allora, voltandosi verso di me disse:
“Del resto, sono le donne ad avere la chiavetta della felicità.”
Io avevo la testa immersa nella nebbia per la stanchezza. Non mi veniva proprio niente da ribattere. Così, battei il palmo della mano sul tavolo e dichiarai:
“Bene, dal momento che qui dentro l’unica ad avere la chiavetta della felicità sono io, adesso chiudiamo la riunione e andiamo a casa, perché ho sonno.”

Tutti i miei uomini si alzarono e uscimmo dalla stanza. Simone si fece da parte per lasciarmi passare per prima. Andrea chiuse la porta, perché le chiavi della sede, quelle, le ha lui.
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mercoledì 24 giugno 2009

Autoritratti simbolici (4)

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LODOVICO


“Ho scelto questi simboli:
PAVONE: bellezza, immortalità, vanità.
GATTO: pigrosità.
ARANCIO (colore): allegria.”

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martedì 23 giugno 2009

Autoritratti simbolici (3)

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SUSANNA


“Ho scelto questi simboli:
VOLPE = furbizia
ARANCIONE = vivacità
SOLE = sono solare
GIALLO = ricchezza
EDERA = fedeltà”
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lunedì 22 giugno 2009

Autoritratti simbolici (2)

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SIRIA


“Ho scelto questi simboli:
FARFALLA perché sono sensibile e fragile;
CANE perché sono fedele nell’amicizia;
il CAVALLO perché sono solare.”
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domenica 21 giugno 2009

Post post sbronza (o post sbronza post...)

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Ieri sera, c'è stata la festa di condominio. I miei vicini sono dei simpatici amanti del bicchiere e si sono impegnati al massimo per farmi ubriacare.
"Dai, Mara! Tanto hai solo un piano di scale da fare per tornare a casa!"
Sarebbe bastato poco, in verità, dato che sono una donna a basso mantenimento... ovvero, basta una quantità limitata di alcool e già mi metto a cantare... Così, ho annaffiato il giardino dei vicini con il vino di troppo che mi era versato... chissà cosa crescerà! E non sono stata io quella che ha dovuto arrancare verso il proprio pianerottolo prima che finisse la festa.
Ufff... scampato pericolo anche stavolta! Ma che gusto c'è a stare male, dico io... bevete con moderazione, ragazzi, anche quando non dovete guidare...

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Autoritratti simbolici (1)

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Ragazzi, gli esami sono duri… non soltanto per gli esaminandi! Per fortuna la tecnologia viene in aiuto, in questo periodo in cui il mio cervello non riesce a connettersi. Il blog si può programmare nei momenti di tranquillità, così mentre io starò ascoltando l’ennesimo orale,la Casa sulle zampe di gallina continuerà a saltellare e piroettare per voi… e per me. Sto programmando l’uscita di alcuni post un po’ particolari, dato che io ho il cervello in panne e non so cosa dire… lascerò che parlino altri per me: vi presento il primo “autoritratto simbolico”, opera di una mia alunna di prima media, Eleonora. Ne seguiranno altri. Ho scelto i più significativi e colorati tra i lavori svolti quest’anno dalla I C.

Il tema era “l’autoritratto”, ma ho invitato i ragazzi a non descriversi fisicamente, ma interiormente, sfruttando i significati simbolici di immagini e colori studiati all’inizio dell’anno scolastico. Sul retro del foglio dovevano scrivere quali simboli avevano scelto e perché.
Secondo me sono straordinari…

ELEONORA


“Ho scelto questi simboli:
CANE perché sono fedele nell’amicizia e sto in guardia per difendere le mie cose.
APE perché sono molto laboriosa.
CIVETTA perché ragiono e sono molto intelligente (mi dicono).
TIGRE = forza d’animo.
ARANCIONE = vivacità.
VERDE = speranza.”
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sabato 20 giugno 2009

Senzadolore

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Portami, amore
dove il sole è caldo,
là nella terra Senzadolore
dove non esistono
catene.


Andiamo
dove c’è musica
e fiori grandi
dai colori mai visti
e profumi nell’aria
e farfalle.


Se esiste, amore
la terra Senzadolore
chiudiamo gli occhi
e andiamoci,
cosa stiamo aspettando?
Presto
presto
prima che il sogno
finisca.


Mara Bagatella, 25 gennaio 2009

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giovedì 18 giugno 2009

Leggero

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Leggero
Come un cerchio d’acqua
Come un segno di matita
Sottile

Come l’ombra
Di un ramo di palma
Azzurra
Sulla spiaggia bianca
Come un foglio di carta

Leggero
Come polvere di deserto

Vuoto
Lo spazio attorno a te
Che sei solo
Come in vetta al mondo
Anche quando
Hai una folla intorno

Solo
Come se camminassi scalzo
Sulla bianca sabbia sottile 
Sotto l’ombra di una palma

Sola
Contro un cielo abbacinante

Vuoto
Come un foglio di carta

Leggero
Mara Bagatella
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martedì 16 giugno 2009

È finito da mezz’ora

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È finito da mezz’ora
l’ultimo giorno di scuola.
La strada è deserta,
le persiane abbassate,
la segretaria
sta andando a casa
inseguita dall’eco
dell’ultima campanella
persa nei corridoi.


Lo spoglio delle schede
delle ultime elezioni
è terminato.
Il seggio è stato
chiuso
le sedie accatastate
i candidati
ancora
attaccati
ai muri
sorridono a vuoto.


È giugno
e fa caldo
ed io
non ho ancora svuotato il mio
cassetto
e dall’ultima volta che ti ho
visto
non è passato
neanche tanto.


Eppure,
all’improvviso
non c’è più traffico,
non c’è più fretta,


non c’è più


tempo.


(TRANSITO 2009 – Mara Bagatella - 9 giugno 2009)


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lunedì 15 giugno 2009

Buon Compleanno Massi!

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Gatti di Sorano - fotografia di Mara Bagatella

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domenica 14 giugno 2009

Piango sempre

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Piango sempre
in posti imbarazzanti
pieni di gente
non so perché.
Succede all’improvviso
il naso mi pizzica
a volte preceduto da un pensiero
rivelatore
a volte no.
Fingo un raffreddore
tanto è stagione
estrarre il fazzoletto
viene disinvolto
asciugare gli occhiali
è già più difficile da spiegare
insomma, per esser brevi, una gran seccatura.
Sarebbe più facile
essere di legno
e non emozionarsi per sciocchezze, o peggio
senza alcuna
valida
scusa.
Ma evidentemente
non ho bisogno alcuno di cercare
motivi
per rendermi ridicola
mi viene spontaneo e naturale
che sia normale?
Ma no, evidentemente, chiaramente, è ovvio
che ho bisogno di un buon psicanalista
di un professionista
di una innocua ma efficace cura
per questo imperdonabile
eccesso di emozioni


ormoni


stress
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Mara Bagatella - 8 marzo 2000

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sabato 13 giugno 2009

Esami

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La maggior parte della gente crede che, quando finisce la scuola per gli alunni, finisca anche per gli insegnanti... purtroppo non è così, anzi, giugno è un mese molto impegnativo e stressante per chi ha gli esami. Per questo motivo sarò un po' assente dal blog, e me ne scuso anticipatamente. Ho programmato la pubblicazione di alcune poesie, e sicuramente leggerò tutti i commenti che vorrete lasciarmi. Ho notato che si tende a commentare di meno le poesie... forse c'è un po' di pudore ad esprimere un'opinione su quello che riteniamo l'espressione di un sentimento... ma io penso che una poesia sia per prima cosa un brano scritto, e che come tutti gli scritti possa essere commentato. Tengo moltissimo ai commenti sul blog, perchè sono una forma di comunicazione tra voi e me. Perciò scrivetemi!
Un abbraccio virtuale... e un "in bocca al lupo" a tutti coloro che in questo periodo devono affrontare degli esami! Io mi agito tutti gli anni, anche se sono l'esaminatrice! :-)
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venerdì 12 giugno 2009

The love song of J. Alfred Prufrock (parte IX)

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No! I am not Prince Hamlet, nor was meant to be;
Am an attendant lord, one that will do
To swell a progress, start a scene or two,
Advise the prince; no doubt, an easy tool,
Deferential, glad to be of use,
Politic, cautious, and meticulous;
Full of high sentence, but a bit obtuse;
At times, indeed, almost ridiculous--
Almost, at times, the Fool.


No! lo non sono il Principe Amleto, né ero destinato ad esserlo;
Io sono un cortigiano, sono uno
Utile forse a ingrossare un corteo, a dar l'avvio a una scena o due,
Ad avvisare il principe; uno strumento facile, di certo,
Deferente, felice di mostrarsi utile,
Prudente, cauto, meticoloso;
Pieno di nobili sentenze, ma un po' ottuso;
Talvolta, in verità, quasi ridicolo -
E quasi, a volte, il Buffone.

Ho già raccontato di aver fatto due brutte figure a causa di questa poesia, nel corso della mia carriera scolastica. Questa è forse la terza. Ma probabilmente la cosa è inevitabile quando ci si confronta con personaggi di spessore tanto maggiore del proprio. Scrivo poesie, è vero, ma non sono certo Eliot… e non sono nemmeno un critico letterario, questo lo stanno scoprendo, loro malgrado, le persone che su Internet fanno ricerche su “The love song…” e capitano qui per caso. Sono molte, lo vedo dal contatore delle visite, che controllo spesso. Non conosco il loro numero esatto, però mi piace immaginare che la maggior parte di loro siano studenti, magari all’ultimo anno di Liceo, alle prese con la preparazione dell’Esame di quinta. Chissà se vogliono portare Eliot come argomento principale all’orale, come feci io quasi vent’anni fa. Eh, si, è passato un po’ di tempo… ma non tornerei indietro. A volte sogno ancora di dover affrontare l’Esame di Maturità, è uno dei miei peggiori incubi.

Ehi, tu!
Dico a te… diciannovenne all’ultimo anno di Liceo. Porti Eliot all’orale? Si? E perché? perché hai scelto proprio “The love song of J. Alfred Prufrock”? Guarda che a me lo chiesero, all’esame. Non me l’ero preparata, una risposta valida.

Ma ci ho pensato, in vent’anni, il tempo l’ho avuto. E adesso posso metterla su Internet, e regalarla a chi la vuole, anche a te, se ti va.

“Ho scelto questo autore, prof, e questa poesia, perché Prufrock mi somiglia. Ovvero, non che mi somigli ora, che ho solo diciannove anni e la depressione mi viene più per motivi ormonali che per la paura di invecchiare… ma un giorno, so che mi somiglierà. Verrà anche a me il dubbio di non essere stato io il Protagonista nella recita della mia Vita. Di non essere il Principe Amleto. Di non aver pensato abbastanza con la mia testa. Di essermi dimostrato utile solamente ad ingrossare i cortei. Di non aver mai avuto il coraggio di camminare solo. Di essere stato un po’ troppo accondiscendente. Di essermi reso ridicolo. Mi verrà il dubbio, anzi, spero che mi venga presto. Prima che sia troppo tardi per rimediare. Questa poesia mi è piaciuta molto, Signori, Professori, Membri della Commissione. Perché ha saputo svolgere il suo ruolo alla perfezione, il ruolo di ogni Opera d’Arte con la maiuscola: quello di bussare alla mia porta e di svegliarmi.”

Ti sembra una risposta strana? Oh, beh, ho detto cose anche più strane ai membri della commissione, al mio esame di Maturità… una volta o l’altra, forse, lo racconterò. Comunque, in bocca al lupo, chiunque tu sia. E, anche se nella Vita non è poi così fondamentale, spero che ti diano un bel voto.
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mercoledì 10 giugno 2009

FINALE

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Non è facile
trovare un buon finale
concludere in bellezza
una lettera
un concerto
un film.
La storia si dipana
la vita si evolve
la conclusione potrebbe essere
improvvisa
e non avere senso.
Sto pensando da tempo
a come chiudere
con stile
questa recita
non so ancora se sia meglio
lanciare fuochi d’artificio
o andarmene di soppiatto.
Sarebbe più garbato
un saluto ed un inchino
verso il gentile pubblico
o d’improvviso
chiudere le tende
e spegnere le luci
lasciando tutti di stucco?
Mentre ci sto pensando
forse qualcun altro ha già deciso
il giorno e l’ora
e il modo
e quale treno prendere
per lasciare il paese.


Mara Bagatella - 03/02/2000
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martedì 9 giugno 2009

Gossip 3

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E' FINITA!!!
ULTIMO GIORNO DI SCUOLA!



Per prima cosa: immaginate il contesto. Sabato, ultima ora di lezione (da mezzogiorno all’una) in laboratorio di arte. Ultimo sabato di maggio. Programma finito. Il mio allievo che studia batteria è riuscito a convincermi a mettere su il CD degli AC/DC… Chi ha voglia di far qualcosa alzi la mano…
Tutto chiaro? No, che non si pensi che di solito io lavori così…!!!
In fondo all’aula, il gruppetto si è infoltito: Caterina, Alessia, Gloria, Denise, Giorgia… Enrico fa l’infiltrato, Alessandro è lì per caso (si è seduto sull’ultimo banco in fondo all’aula ed è rimasto incastrato…) e continua a sbuffare: “Prof, ma non posso cambiare di posto?” già perché l’argomento di cui si parla a lui non interessa poi tanto: stiamo cercando di redigere la lista delle caratteristiche dell’uomo ideale! Le ragazze vanno a ruota libera, io cerco di prendere appunti nel caos generale… mentre nell’aula vanno le note di “Back in black”.
Ecco (più o meno) il risultato:

· Sincero
· Uno che sa accettare se stesso e anche te
· Uno che ha il coraggio di dirti quello che pensa (non uno che ti dice che va sempre tutto bene)
· Simpatico
· Intelligente / colto (queste le ho messe io…)

· Deve saper ascoltare… ma sul serio! (Gloria: “mio papà fa sempre finta di ascoltare mia mamma… e quando lei alla fine gli chiede che ne pensa, lui le dà sempre ragione!”)

· Deve fare lui il primo passo! NO PAPPAMOLLE, PLEASE! (questo lo hanno detto loro! Giuro!)

A questo punto sono intervenuta: “Ma, ragazze, vi rendete conto che al giorno d’oggi i maschi si aspettano che siate voi a fare il primo passo? Non vi sembra di essere un po’ troppo controtendenza?”
“Beh” mi ha risposto Denise, “in realtà il primo passo non lo fa nessuno… né i maschi né le femmine”. “Di questo passo” (non mi ricordo chi l’ha detto, accidenti!) “l’Umanità finirà entro il 2100”.
Weeee… grande ottimismo, questi giovani d’oggi!
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domenica 7 giugno 2009

Gossip 2

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Dopo il primo post pettegolo, ho deciso di dare seguito all’esperimento… anche perché la varietà è il sale della vita… e ci sono dei momenti in cui i miei giovanissimi allievi mi sconvolgono proprio. Hanno un modo tutto loro di farmi riflettere sulle cose, diciamo così… Ma andiamo per ordine: qualche giorno dopo aver pubblicato la foto di Alberto Angela spacciandolo per il mio fidanzato, Lorenza (12 anni) mi fa: “Prof, ho visto la foto del suo fidanzato su Internet! È carino! Mi sembra proprio adatto a lei.” Ho avuto un attimo di smarrimento, lo ammetto… “Lorenza, scusa, mi stai dicendo che non sai chi è Alberto Angela?”
“No. Chi è?”
“Vuoi dire che non hai MAI visto un documentario di Alberto Angela in TV?”
“Ah, ma io guardo solo Sky…”

… desolazione e smarrimento…

Ad ogni modo, per tutti gli altri miei allievi (fortunatamente) è risultato chiaro il concetto che io sia single (anche perché SANNO chi è Alberto Angela!). E, siccome ultimamente ho realizzato di avere un’età mentale non superiore ai dodici anni, per quanto riguarda il fattore “fidanzati”, ho pensato bene di chiedere consiglio a loro.
Ok, lo so… solo qualche giorno fa ho scritto di avere intenzione di crescere… di evolvere… ma che ci posso fare? Ho quasi 38 anni e talvolta (sottolineo: talvolta) ragiono come una preadolescente. Vi viene da ridere? E fate male… sentite qua, la conversazione si è svolta più o meno così:

Io: ragazze (mi sono rivolta al gruppetto delle alunne di II C), datemi qualche consiglio che devo trovarmi un fidanzato.

Denise: davvero prof? Anch’io. Mi interessa questo argomento!

Caterina: mia mamma dice sempre: se son rose fioriranno!

Gloria: beh, basta che uno non sia troppo sdolcinato, non mi piacciono gli sdolcinati!

Alessandro: (era lì per caso) Prof, posso cambiare di banco? (risata generale)

Io: beh, intanto bisognerebbe capire che tipo si vorrebbe incontrare… io lo voglio intelligente.
Denise: eh, ma ne esclude parecchi, così! (assenso generale…)

Io: allora, facciamo una lista? Come dev’essere il ragazzo ideale?

Coro: SINCERO!

Sono rimasta colpita da questa affermazione. Lo hanno detto più o meno tutte insieme, senza esitazioni. “Sincero”. Quando si smette di cercare una persona sincera e ci si mette a correre dietro alle altre stupidaggini? A quale età? O forse certe cose se non le si è capite a dodici anni, non c’è speranza di apprenderle mai più? Che succede dopo? Si regredisce? Che cosa ci svia da questo essenziale traguardo?
Ecco perché affermo di ragionare come una dodicenne… talvolta. Forse è questa l’evoluzione: un faticoso ritorno ad una chiarezza di vedute, persa nei meandri della crescita. Uno scavo tra le scorie che negli anni hanno ricoperto il prezioso gioiello della nostra consapevolezza…

E per il momento mi fermo qui… il resto del gossip, (con il resto della lista) alla prossima puntata!

PS: Per chi fosse in grado di riconoscere almeno 3 dei proprietari delle bocche che ho usato per comporre l'immagine a commento di questo post, è in palio una cena a casa mia, preparata da me (non cucino Minni, state tranquilli...) :-)

venerdì 5 giugno 2009

La differenza

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Elemiah - Senza titolo - dalla serie "Muliebriter"

In questi giorni ho pensato molto alla differenza fondamentale che passa tra “crescere” e “invecchiare”. Non parlo in senso fisico, naturalmente, da quel punto di vista ho già varcato abbondantemente la soglia.

Dal punto di vista dell’anima, invece, non si smette di crescere, di evolvere, se lo si vuole fare. Certo, è faticoso. Ma è l’unico modo per non invecchiare.

Qualche settimana fa mi è successa una cosa strana: i miei orologi si sono fermati. Quello da polso e quello da parete, nuovi, comprati da pochissimo tempo. Siccome credo ai segni, e penso che le coincidenze non esistano, ho cominciato ad interrogarmi su quanto stava succedendo. Il mio tempo era “fermo”. Che cosa poteva mai significare?
Il tempo non si può fermare. Qualunque sia il modo in cui si sceglie di trascorrerlo, lui va avanti per la sua strada. Avevo la sensazione di essere io, quella ferma, quella bloccata. Una sensazione davvero sgradevole.

Fermarsi significa non evolvere.

Non evolvere significa regredire.

Regredire significa invecchiare.

Io non voglio invecchiare, non nell’anima. Voglio che le rughe sulla mia faccia significhino “esperienza” non “decadimento”.
Non è una differenza da poco. Tutto il successo della chirurgia plastica si basa su questo. Quanti giovani già vecchi ci sono in giro? Quanta gente è convinta che l’essere amati dipenda dall’avere una pelle liscia e un seno alto?
Così ho girato le spalle a chi mi faceva sentire vecchia. A chi mi tirava per la maglietta dicendomi: “fermati ancora un po’…”

Credo che le mie lancette ricominceranno a girare, ora…

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giovedì 4 giugno 2009

L'Africa a scuola

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Spero che abbiate notato le nuove slides che sono apparse sul blog: sono i lavori fatti quest'anno con i ragazzi di terza media sul tema: "L'Arte africana".
Ho sudato sangue per farli lavorare... non tutti i lavori sono riusciti bene, ma alcuni meritavano un po' di visibilità. Era da un sacco di tempo che avevo voglia di affrontare questo argomento a scuola, non prendiamo mai in considerazione l'arte proveniente da Paesi diversi... anche se è vero che l'Italia è il luogo dove si concentra la percentuale di opere d'arte maggiore al mondo, e che il tempo per affrontare i programmi a scuola è decisamente insufficiente. Però trovo giusto aprire una finestra ed affacciarsi anche a realtà diverse...

mercoledì 3 giugno 2009

La paura più grande

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Poster 01 - tecnica mista su carta - Mara Bagatella 2002

È da tanto che ci penso: da quando ho iniziato a pubblicare sul blog i post con l’etichetta “le streghe”.
Qual è la mia paura più grande?

Beh, lo sapevo da tempo, ma non mi decidevo a scriverci su un pezzo… proprio perché è una cosa che mi fa paura, presumo…

Ci sono paure di tutti i tipi, Grandi Paure, piccole paure, fobie… la paura degli esami, per esempio: di essere osservati, di essere giudicati, di essere trovati inadeguati. La paura di restare soli, di non essere amati. La paura di ammalarsi, la paura della sofferenza. La paura di morire.
Certo, tutte queste cose mi fanno paura. Fino a qualche anno fa chiamavo tutte queste paure “le Streghe”. Siccome sono un’ipersensibile, e ci pensavo spesso, e questa cosa mi creava dei blocchi, ho cominciato a pensare ad un modo per superarle.
Le Streghe sono brutte, cattive, fanno ribrezzo, incutono terrore. Ma cosa sarebbe mai successo se fossi diventata io, una Strega? Se mi fossi immersa nel pozzo, se avessi varcato la soglia della loro casa… guardandole in faccia… come fece Vassilissa con la Baba Jaga?

Così ho fatto… mi sono messa in cammino. Le Streghe non sono state gentili con me. Non è nella loro natura. Eppure non mi hanno distrutta, mi hanno insegnato, invece. Bruscamente, rudemente, ma in modo efficace.
Non mi sono liberata del tutto delle mie paure, ma ho imparato a metterle all’angolo. Sono sempre lì, striscianti, ringhianti… ma le guardo negli occhi e dico loro: zitte! Perché da quando sono diventata un’Apprendista Strega, so far diventare la mia faccia più brutta della loro.

Eppure ce n’è una, la più stupida, la più infantile, che ancora non sono riuscita a domare del tutto: è la paura del ridicolo. Posso sopportare molte cose, ma non di sentirmi stupida o presa in giro. Forse perché ero molto presa in giro da bambina, forse perché non so mentire e sono sempre troppo me stessa. Girarmi dall’altra parte e infischiarmene, ecco quello che vorrei saper fare… ma non l’ho ancora imparato, specie quando si tratta dei miei sentimenti. Amare chi non lo merita, impiegare il proprio tempo prezioso con qualcuno che non gli dà il giusto valore… con tutte le cose importanti che ci sarebbero da fare nella vita! Questo è da stupidi. E gli stupidi si rendono ridicoli. Quando mi rendo conto di essermi comportata così, la cosa mi manda in bestia.

Poi c’è chi mi dice che non si può sapere in anticipo se una cosa vale o no la pena di essere fatta… finché non la provi. Forse è vero… ma io mi chiedo comunque a che serve essere tanto prudenti e selettivi se il ridicolo è comunque sempre in agguato…
Non lo so: comunque, adesso che l’ho scritto, spero di aver fatto un passo in avanti per liberarmi anche di questa paura…

...

lunedì 1 giugno 2009

Ricci di castagna e fiocchi di cotone

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Quest’anno ho conosciuto una persona davvero molto speciale: si chiama Gianpaolo, ed è uno scultore. È venuto a fare un laboratorio di modellato a scuola, senza chiedere un centesimo, solo per il gusto di trasmettere le cose che sa. E di cose, il signor Giampaolo, ne sa tante: è una persona precisa, meticolosa, una mano ed un occhio eccezionali. Per di più si è rivelato di una pazienza incredibile con i ragazzi, la sua capacità di sopportazione era la cosa che mi preoccupava di più, all’inizio, perché i preadolescenti spesso sono davvero difficili da sopportare… invece si è dimostrato bravissimo anche in questo.

L’ultimo giorno di laboratorio ci siamo fermati a chiacchierare un po’. Parlavamo della sensibilità degli artisti, anzi, più in generale della sensibilità delle persone, che è diversa da individuo ad individuo. Mi ha fatto un esempio talmente bello ed efficace che mi è venuta voglia di riportarlo qui:

“Ci sono persone che hanno i calli sulle mani” ha detto il signor Giampaolo “e possono tenere in mano un riccio di castagna e stringerlo senza sentire dolore. Ma queste persone se afferrano un fiocco di cotone non ne sentono la morbidezza. Invece ce ne sono altre con la pelle talmente sensibile da sentire l’aria che passa tra le dita: loro sentono la differenza tra un fiocco di cotone e una piuma… ma non possono tenere in mano il riccio di castagna senza farsi male.”

È una cosa che ho sempre pensato anch’io, ma non sono mai riuscita a trovare un paragone tanto efficace per esprimerla.
Ho anche pensato che spesso ho cercato di “fare i calli” sulle mani, di diventare più resistente, di cacciare via il dolore. Per fortuna non mi è riuscito… perché avrei perso la sensibilità e la capacità di distinguere le cose belle, di capire le persone da una stretta di mano, di intuire il dolore altrui, di entrare nelle stanze più nascoste del mio stesso cuore.

Non potrei vivere senza scorgere attorno a me le varietà dei colori, le sfumature più sottili: mi annoierei in un mondo monocromo. Preferisco continuare a pungermi.
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